Ti stavi appena rialzando. Ancora con la pelle sottile, dopo aver superato la fine della relazione più importante della tua vita. Una parte di te era cauta, ma un’altra, quella che ancora spera, quella che sa amare, ha creduto che potesse esserci qualcosa di nuovo. E lui è arrivato così: travolgente, caldo, presente. Love bombing, lo chiamano. Ma tu non avevi ancora parole fredde per descriverlo. Avevi solo sensazioni, quel sentirti finalmente vista, considerata, desiderata. Hai cominciato a lasciarti andare, poco a poco, perché dopo mesi di vuoto emotivo sembrava quasi un dono. E poi… il silenzio. Nessuna spiegazione, nessun confronto. Solo assenza. Il ghosting fa male sempre, ma quando arriva dopo una perdita grande e dopo che ti eri appena convinta che forse potevi ricominciare… allora è uno STRAPPO dentro lo STRAPPO. Ti fa dubitare di te stessa, ti fa sentire sciocca per aver creduto, vulnerabile per aver aperto il cuore di nuovo. Ma la verità è che non sei sciocca. Sei coraggiosa. Perché ci vuole forza a rischiare dopo il dolore. E chi sceglie di scomparire invece di comunicare, non ha niente da insegnarti su amore, rispetto o maturità. Accettare il ghosting non vuol dire giustificarlo: vuol dire smettere di cercare risposte dove non ci sono, e riportare l’attenzione su di te. Sul fatto che hai amato, che hai sentito, che ti sei fidata. E tutto questo parla bene di te, non male. Chi sparisce non ti definisce. Tu sei definita da come scegli di guarire. Da come, nonostante tutto, scegli di restare aperta alla vita.